BLOG IN COSTRUZIONE
lunedì 28 febbraio 2011
RS Alghero: Una vittoria a metà. Attendiamo che il provvedimento venga deliberato dalla Regione
domenica 27 febbraio 2011
Il Sindaco Tedde parla di una città inesistente
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La FdS aderisce alla giornata del 12 marzo in difesa della Costituzione
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sabato 26 febbraio 2011
La rabbia e la speranza
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Camusso: «I soldi del premier tassati al 12% Perché sui nostri stipendi tasse al 30%?»
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venerdì 25 febbraio 2011
SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI DELLA TORRE E DELL’ASINARA
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Piano scuola: studenti in piazza
Marco Mura (RS Alghero) sul piano provinciale sulla scuola
martedì 22 febbraio 2011
Le rivolte in Nord Africa
di Oliviero Diliberto
Le rivolte che si stanno susseguendo in tutto il Nord Africa hanno un tratto comune, ma ciascuna ha una propria specificità. Per quanto riguarda Egitto e Tunisia, la grande maggioranza dei manifestanti chiedeva innanzitutto pane, viste le condizioni di miseria totale in cui versavano decine di milioni di persone. Intrecciato a ciò, vi era da un lato il desiderio di democrazia nelle parti più intellettualmente avanzate della popolazione, nonché anche pezzi di islamismo non necessariamente fondamentalista ma sicuramente cresciuto in misura potente negli ultimi decenni soprattutto in Egitto.
In particolare nella crisi egiziana sono stati colti alla sprovvista i due principali alleati: Usa e Israele (e anche l’Anp non ci ha fatto una gran figura…). Gli Usa hanno provato la carta di El Baradei che in Egitto, però, non conta, e non escludo che possano sotterraneamente tentare di trattare persino con i Fratelli Musulmani pur di mantenere il controllo essenziale del canale di Suez. Ma mi permetto di ricordare a tutti la storia dell’apprendista stregone che evoca forze che poi non riesce a controllare: basti pensare che Bin Laden e il Mullah Omar erano stati sostenuti, finanziati ed armati dalla Cia in funzione antisovietica. E poi si sa come è andata a finire…
Viceversa in Libia la situazione è parzialmente diversa. Il reddito pro capite è maggiore rispetto agli altri paesi, anche perché la Libia è più ricca di materie prime. Ancorché di quelle ricchezze ne godano in pochi.
Sicuramente anche in Libia si è sentita la crisi economica che ha scatenato la protesta di tutti i paesi del Nord Africa, in particolare l’impennata del prezzo dei cereali e il conseguente aumento del pane.
Io ho l’impressione che un pezzo del gruppo dirigente non fosse più d’accordo con la politica di Gheddafi, ormai non più antimperialista, com’era invece stato in passato (molti del gruppo dirigente vengono dalle fila dell’esercito e si sono formati proprio sul mito della resistenza anticolonialista ormai ridotta invece in Gheddafi a mero orpello retorico).
Depone a favore di questa ipotesi la dissociazione di importanti esponenti del governo e dell’esercito libico rispetto alla repressione di questi giorni: il rappresentante libico dentro la Lega Araba con sede al Cairo, Abdel Moneim al-Honi (personaggio importantissimo perché era uno degli undici ufficiali libici che insieme a Gheddafi deposero il re Idriss nel 1969 prendendo il potere), si è dimesso e unito agli insorti; il ministro della Giustizia si è dimesso; addirittura vi sono voci su un possibile arresto del ministro della Difesa.
La crisi libica ha dunque sbocchi oggi imprevedibili anche perché, contrariamente agli altri Paesi del Nord Africa, Gheddafi ha scelto la linea del massacro del suo popolo pur di rimanere al potere (ed uno dei motivi del crescente malcontento dei gruppi dirigenti era anche l’ipotesi di successione dinastica di uno dei figli di Gheddafi, che non a caso sono tra i protagonisti della repressione).
In definitiva in tutto il Nord Africa il ruolo chiave è rappresentato dagli eserciti. In Egitto e in Tunisia hanno il controllo del Paese. In Algeria vi è già una sostanziale giunta militare al potere che non a caso ha controllato meglio la situazione rispetto agli altri due Paesi.
Gli scenari sono imprevedibili. L’unica cosa certa è la figuraccia internazionale che sta facendo l’Italia per quanto riguarda la Libia ma non solo. Con un altro governo e un’altra classe dirigente noi potremmo giocare un ruolo chiave nel Mediterraneo per agevolare la cooperazione economica e lo sviluppo di istituzioni democratiche, senza alcuna forma di presunzione occidentale, perché ciascun popolo deve scegliersi le proprie forme di democrazia.
lunedì 21 febbraio 2011
Oliviero Diliberto a In Onda su La7
sabato 19 febbraio 2011
Ricostruiamo il cambiamento - Intervento di Diliberto
mercoledì 16 febbraio 2011
Diliberto propone una manifestazione unitaria per il 17 marzo 2011
Bersani, se questo non è razzismo – Raccolta di “perle” razziste della Lega
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0rMCw3HrlUQPGLkwGhag76l7BJ0BsT5iTVXg1PRJVChUCxL9io8EsLtOg5lImRTwPIx0bt0ZTHNanKuGipX3ZU1mpQREfhZ7ufmCGVLvkLMw-8Daha0hCIkRd9jZckkt-hrpiGk2GalL7/s200/24772_10150198996970008_268616425007_12054295_6615746_n.jpg)
Urge un immediato recupero di memoria (o se preferite un TSO, ovvero un Trattamento Sanitario Obbligatorio) da parte di Pierluigi Bersani. Il segretario del PD ha infatti affermato, sul quotidiano La Padania, che “la Lega Nord non è un partito razzista”. Non contento, nella trasmissione Otto e Mezzo, ha ribadito: “Ma vi pare che il 30% dei cittadini del nord che votano per la Lega siano razzisti? La Lega è sempre stata un partito con un forte senso della legalità (vedi inchiesta camicie verdi con depenalizzazione del reato per salvare alcuni big della Lega, vedi banda armata, vedi insulti ai magistrati Forleo e Papalia, ndr), qualche accento identitario che potrebbe indurre atteggiamenti al limite del razzismo in una minoranza dei suoi elettori è arrivato dopo.”
Sarebbe opportuno far leggere a “Oh ragassi, siam passi?!” questa raccolta di “perle” razziste e omofobe targate Lega Nord. 3…2…1, cominciamo!
domenica 13 febbraio 2011
venerdì 11 febbraio 2011
Elias Vacca intervistato da Alguer.it
RS Alghero: Non condividiamo la delibera della Giunta Provinciale. Vogliamo un incontro con la Provincia
Non condividiamo la delibera, approvata della Provincia di Sassari, che andrebbe a sottrarre ad Alghero un'autonomia scolastica. Ciò porterebbe ad avere numerosi problemi organizzativi e di gestione per le diverse scuole.Chiediamo perciò un incontro tra l'amministrazione provinciale e le diverse realtà scolastiche cittadine (dai dirigenti ai professori, passando per il personale Ata e gli studenti), al fine di scongiurare gli effetti che questa delibera avrebbe per le scuole di Alghero.Capiamo come la giunta e l'assessore alla Pubblica Istruzione si siano limitati ad attuare gli accorpamenti in ragione delle direttive provenienti dalla Regione - a loro volta scaturite dalla riforma Gelmini e dai tagli all'istruzione - ma non capiamo per quale motivo non abbiano protestato e coinvolto la comunità scolastica in una mobilitazione contro le conseguenze della scellerata politica governativa in materia di istruzione.Troviamo infine alquanto singolare il fatto che, quelle forze politiche come il Pdl, che hanno difeso ripetutamente i circa 8 miliardi di tagli all'istruzione pubblica operati dal governo nazionale, ora si siano trasformati in paladini della scuola, solo perché ad essere attaccata sarebbe un'amministrazione di diverso colore politico.Noi ci siamo sempre spesi per la difesa dell'istruzione pubblica e continueremo a farlo. Non ragioniamo "a intermittenza".
mercoledì 9 febbraio 2011
Al telefono con gli operai ad “alta quota”
Intervista a un operaio che occupa la torre dello stabilimento by isoladeicassintegrati
Emanuele (uno degli operai di Porto Torres) ci ha inviato anche una foto, che potete vedere a sinistra, che mostra in che situazione si trovano. L’oscurità è già calata in Sardegna e i tre si preparano ad affrontare una notte fredda e lunga. Speriamo che il ministro si ricordi delle promesse che aveva fatto…
Nelle prossime ore seguiremo sul blog la doppia protesta delle Torri Gemelle Vinyls, con aggiornamenti costanti sulla nostra Pagina Facebook. Invitiamo i lettori a lasciare sulla pagina i propri messaggi di solidarietà per gli “indiani metropolitani” dell’industria chimica italiana.
da http://www.isoladeicassintegrati.com/2011/02/09/al-telefono-con-gli-operai-ad-alta-quota-3/
FdS-PdCI: Siamo a fianco degli operai Vinyls
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLDL3yb_CNW6yzEZCQjO9Pv9jExFEyNdhT766rHcqJr6fwioyirqLSZ8VEIM7CkeTyC2euWlHQ2FVFRAwnHvg4JwiOIp8QoPSihGOq3qbeqA_-Ecj5anJsA9dAjKVJ-FMxYwBovZ84Rdld/s200/isolarticolo_def.jpg_370468210.jpg)
martedì 8 febbraio 2011
Se non ora quando? - Spot CGIL
lunedì 7 febbraio 2011
Quei quattro corpicini vittime della politica politicante
Assange: “Eni è la vera grande azienda corrotta italiana”
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUXZrq64v8ZwM8JmWSYB2oyrkIqn-B_gy2AjqaCC6l1fQqm2z8F5xnkHQYP0rDuqOWlhVjLTnsOHhEzYY_-TCCqAiWhGszgPp00DOrKjpGH2Ikb6nf6SpHVxBtLikDjXG_4thg7YJNtGts/s200/arton22367-b601d-300x300.jpg)
Vi proponiamo un estratto dell’intervsita realizzata da Francesco Piccinini a Julian Assange, pubblicata su AgoraVox. Da questa “chiacchierata” emerge l’opinione del leader di Wikileaks sull’Eni: “È il grimaldello che l’Italia usa per entrare in vari paesi del mondo. È la vera grande azienda corrotta italiana”… Buona lettura:
domenica 6 febbraio 2011
Sopralluogo della FGCI nei luoghi colpiti dal disastro E-on | Foto
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvmKlNm4gwkLDdxV1PVOlaE3hrgKXAG0aH4TD61xkDS6H1lmuS9zDOahMN5CIijeFEEngp4TRTXnzbmAGhcBIu5Pdo0ICjEAA_pH3uNZGsO4QuzKJejBwwwQzttMeJHsQaMGOtV839s_sm/s200/FGCI-PDCI-FDS-1.jpg)
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8apIprFs2qrZSfxnIv6wRjZBeqxdL-HTiLdo7n3zFar7KiokgTyfu0GlNMd1z0PjRi0jsfvSaesy17Iu2UEQI30Fli88lcDHqvCvPNnWp20GdDJPgcKJgkgTIsd941_hwWznLjO24nq8O/s200/FGCI-PDCI-FDS-3.jpg)
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6c5m022foczwLEduTstlSlPN_hjRce99T2cg5t_7z_X_Qfhcoy6R3_HubGMI0tnnEbCG08Nj7sGMu89GblfzzpHFr3reBV1sYoidhcc_sJZXytBPHQ73R3pKF-MH-ZTgw6b_GlQCOqI9c/s200/FGCI-PDCI-FDS-7.jpg)
"Dimissioni". Il popolo viola sfila ad Arcore
venerdì 4 febbraio 2011
Il 15 maggio il referendum sulle centrali nucleari in Sardegna
FEDERALISMO - DILIBERTO: "APPREZZAMENTO PER NAPOLITANO"
![](http://www.comunisti-italiani.it/upload/img1/diliberto.jpg)
Appello a Pd, Sel, Idv: il paese è a rischio, subito elezioni anticipate
"Un apprezzamento davvero sincero per il Presidente Napolitano". E' il commento di Oliviero Diliberto, portavoce nazionale della FdS. "Ora deve seguire un atteggiamento altrettanto fermo e coerente dell’opposizione democratica. Berlusconi ha paura, sa di essere finito e di riuscire a galleggiare solo rendendo la politica putrida e rancorosa.
L'unico atto responsabile da parte delle forze democratiche sono le elezioni anticipate. Sinistra e centrosinistra - dice Diliberto - devono immediatamente incontrarsi, costruire un programma alternativo al berlusconismo, ridare significato a parole come eguaglianza, giustizia, legalità, ormai cancellate dalla miseria di questa politica. Rivolgo un appello in tal senso al Pd, a Sel, all'Idv, nella consapevolezza che il Paese sta vivendo una situazione di rischio".
Napoli, aggredito studente da una decina di fascisti!
Oggi, 3 febbraio 2011, a Napoli nei pressi di piazza Cavour, è stato aggredito un compagno dell’Unione degli studenti da una decina di fascisti mentre strappava i manifesti con scritto “Il duce siamo noi” che da qualche giorno tappezzano i muri del centro storico. Alla domanda di uno di loro “cosa stai facendo?”, il compagno ha rivendicato la natura antifascista della nostra Costituzione. A quel punto è stato accerchiato e aggredito con schiaffi e pugni in pieno volto. Un’aggressione che testimonia ancora una volta la vigliaccheria di chi si muove nell’ombra ed attacca in 10 contro 1, di chi approfitta della crisi globale per alzare la testa, tutelato da un governo che attraverso le sue politiche non fa che legittimare questi vili attacchi. Rivendichiamo quindi la nostra natura ANTIFASCISTA e invitiamo gli studenti e tutta la cittadinanza a ripudiare l’esistenza di gruppi fascisti e neofascisti nella nostra città.
NAPOLI ANTIFASCISTA!
Unione degli Studenti Napoli
Unione degli Studenti Campania
Link Napoli
Rete della Conoscenza Campania
giovedì 3 febbraio 2011
Un Paese sull'orlo del collasso economico e sociale. Il Governo se ne vada a casa, per il bene di tutti
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqeGOEZD2dzoY_i0nmlH1IrDjlCK8RmWLvwA45BEK_sqOsmxWHOX4p5yRS6kaOjx9EMe83q2P8GXgBjA-r40sKGiCJ6C57TsMoulK25h0AfNTzetYMtc0SPloHZ4o1yAMo8gVgCMVShUN9/s200/CRISIS-ECONOMICA.jpg)
Il Paese è al palo, i giovani non hanno futuro, la disoccupazione galoppa e quella giovanile arriva al 29%, il dato più alto dal 2004. Quando i giovani stanno peggio dei loro padri significa che la misura è oramai colma. Questi dati Istat in qualunque paese serio imporrebbero uno stop al governo. L'agonia politica del presidente del Consiglio, e del suo governo, non possono continuare a pagarla i cittadini. Siamo sull'orlo del collasso economico e sociale.
E proprio ieri (martedì, 1 febbraio 2011) il governo ha compiuto un altro atto grave e inqualificabile che caratterizza la sua vocazione anti-unitaria e scissionista nei confronti dei sindacati. Sul decreto “mille proroghe” l'esecutivo ha convocato Cisl e Uil emarginando ancora una volta la Cgil.
Qualcuno dovrebbe informarlo che la Cgil è il più grande sindacato italiano, quello che organizza il maggior numero di lavoratori, ed emarginarla è un insulto volgare a milioni di lavoratori oltre che un vero e proprio abuso antidemocratico. Non ci sfugge – non sfugge a nessuno – che la compiacenza di Cisl e Uil rende al governo la vita più facile. Come non ci sfugge che la democrazia è una cosa seria, spesso anche faticosa, ma evidentemente estranea al governo Berlusconi.
In Sardegna la situazione certamente non è migliore rispetto al resto del Paese. E il ministro Sacconi si augura che il modello ricattatorio, oltre che di abolizione di importanti diritti dei lavoratori, operato da Marchionne a Mirafiori e a Pomigliano, possa essere esteso anche all'industria sarda.
L'assenza di un governo regionale capace di incidere e l'inadeguatezza dell'esecutivo nazionale, concentrato per di più su come salvare il premier dalle ultime accuse di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile, sta peggiorando le cose.
Pur di sfuggire ai giudici stanno facendo carte false. La maggioranza di governo, sempre più nervosa e in preda al delirio di onnipotenza, torna alla carica con il processo breve. E' la solita logica. Siamo ai colpi di coda finali di un regime che prova a inventarle tutte pur di salvarsi. Per il bene di tutti è ora che se ne vada a casa.
Federazione della Sinistra - PdCI
Diliberto plaude la vittoria di Zedda alle primarie di Cagliari
Ancora una volta un candidato della sinistra cosiddetta radicale la spunta sul PD. Cagliari non è Napoli e neppure Bologna, ma è pur sempre
una città di 160.000 abitanti, da sempre in mano al centro destra espressione della media e
alta borghesia delle professioni, del commercio che fa incetta di voti anche nei quartieri ultrapopolari come S.Elia.
La Cagliari “rossa” è emigrata da tempo nei grossi paesi dell'hinterland. Assemini, Selargius, Quartu, Monserrato, Sinnai, Capoterra, dove le case e gli affitti costano
meno. L'altra Cagliari, che non vota a Cagliari.
Eppure è accaduto, ha vinto Massimo Zedda, 35 anni, consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà da meno di due. Un “uomo nuovo”, giovanissimo per l'anagrafe politica sarda.
Ha annichilito il PD ed il suo candidato Antonello Cabras, 61 anni, di provenienza
socialista, per 11 anni segreta
rio regionale di quel partito, per due dei DS, per uno del PD, consigliere regionale per sette anni, per tre
presidente della regione, parlamentare alla quarta legislatura. Nemesi di Renato Soru alle primarie del PD del 2007. .
Eppure questa volta anche il tycoon di Sanluri si era espresso in favore di Cabras, in nome dell'unità del partito, per ripetere Bologna e non Milano o, peggio, Napoli.
Ma laddove lo stato maggiore pianifica non sempre l'esercito segue ed anzi l'esercito è ben poca cosa se è vero che alle primarie cagliaritane hanno votato complessivamente 5629 elettori, dei quali 1914, il 34,11% per il favorito Cabras.
Zedda, che di esercito non dispone, è andato a intercettare i suoi concittadini per le strade, e ne ha arruolati alla causa 2588 pari al 46,07%. Così ha vinto. Con una tecnica ex PCI, si chiamava campagna capillare, per la strada senza scorta.
E non può neppure parlarsi di effetto spaccatura nel PD. Entrambi i maggiori candidati avevano infatti competitors interni. Quello del PD ha raccolto 468 voti, pari al 8,3%, quello della sinistra a caratterizzazione autonomista dei Rossomori, l'avvocato Andreozzi 388 pari al 6,54%.
Semmai, vista la bassissima affluenza alle urne, può pensarsi ad un disimpegno, ad una insofferenza per l'indicazione del PD, agli epigoni di una guerra feroce all'interno di quel partito, che fu, secondo i più accorti, determinante nella giubilazione di Soru alle regionali del febbraio 2009.
Soru ha dichiarato l'armistizio, ma il corpaccione di Sardegna Democratica, l'area che a lui si riferisce, non ha saputo e voluto dimenticare. Una cosa molto sarda, in fondo.
I numeri assoluti, insomma, sono numeri da paese e non da capoluogo regionale, ma chi è in campo gioca la partita e gli assenti hanno sempre torto.
In proposito però Federico Palomba, segretario regionale di IDV e deputato ritiene che “La bassa affluenza ed i numeri assoluti dimostrano che ogni forzatura produce disaffezione negli elettori. Noi non abbiamo partecipato alle primarie perchè alle stesse si è arrivati in modo discutibile. Lo stesso dato del vincitore, con il dovuto rispetto per Zedda, e' infatti scarsamente indicativo. Non rinunciamo però a misurarci con il problema vero che è quello di vincere le elezioni e consegnare la città di Cagliari ad una nuova e buona amministrazione.”
Naturalmente, come a Milano, Napoli, Bologna, il centrosinistra Zedda non ha vinto elettoralmente ancora nulla, se non il diritto a misurarsi, in condizione di minorità, con un establishment tanto radicato da sembrare invincibile. Ma politicamente ha determinato molto.
Il coordinatore regionale di SEL, Antonio Attili, in proposito osserva: “Siamo soddisfatti e preoccupati nel contempo. Il coraggio è stato premiato. I numeri assoluti parlano di una disaffezione del cagliaritani dallo strumento delle primarie, ma decidere in 5000 è comunque meglio che decidere in pochi intorno ad un tavolo. Piuttosto per vincere le elezioni vere c'è bisogno del PD, e questi numeri ci inducono alla preoccupazione. Auspico che a tempo debito il PD sia pronto e motivato.”
Per la Federazione della Sinistra parla Oliviero Diliberto, cagliaritano, “Plaudo alla vittoria di Zedda. Essa dimostra che la sinistra non ha paura di andare in mezzo alla gente ed anzi che tra la gente si misura e vince. Massimo rappresenta una concreta speranza di rinnovamento per la sinistra e per la mia città. Sarò al suo fianco in campagna elettorale.”
Nelle foto: Massimo Zedda, Sel (in alto) e Oliviero Diliberto, Federazione della Sinistra (in basso)
Oliviero Diliberto (Federazione della Sinistra) ad Agorà - Rai3
mercoledì 2 febbraio 2011
martedì 1 febbraio 2011
Assemblea MPS, 2 febbraio ad Oristano
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Mercoledì 2 Febbraio 2011, il Movimento Pastori Sardi si dà appuntamento alle 9:30 presso il Teatro Garau di Oristano, per la visita in città dell’On. Roberto Maroni. In tale occasione verrà chiesto al Ministro degli Interni le ragioni delle sue mancate risposte e verranno poste nuovamente le domande in merito ai gravissimi fatti di Civitacevvchia del 28 dicembre scorso.
Disoccupazione giovanile al 29%. Mai così alta dal 2004
Vincere un contratto a tempo indeterminato
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Il programma si svolge in questo modo: le diverse società dovranno scegliere di assumere, dopo un colloquio in studio, un candidato tra tre al quale verrà assegnato appunto, il contratto a tempo indeterminato.